Conserva il segno realistico per mezzi e ambienti tranne che per le auto da corsa, che deforma in modo efficacissimo (soprattutto quella di Paperino), facendole somigliare più a automobiline giocattolo; si muovono sulla pista in modo irreale, quasi come esseri viventi, saltano, sbandano… Come per tutte le storie collocabili temporalmente, lo svolgimento ha quel gusto vagamente stantio dato dai riferimenti demodé (alcuni li ho dovuti googlare) e da un certo modo di pensare alle storie Disney che adesso non usa più. Per celebrare l’importante traguardo di uno dei più grandi fumettisti italiani contemporanei, abbiamo quindi scelto di selezionare 20 racconti in base alle sensazioni, ai ricordi e ai gusti personali, mettendo un po’ da parte la ragione e preferendo lasciarci trasportare dai sentimenti. I paperi sono un po’ più tondeggianti rispetto a quelli schizzatissimi di una decina d’anni prima ma ugualmente espressivi. Giorgio Cavazzano qui (mi) si rivelò come il più geniale disegnatore di animali: niente anatomie precise da sussidiario ma nemmeno semplificazioni da peluche, creature saltellanti e simpatiche ma anche un po’ anarcoidi, forse nevrotiche, morbide eppure sfilacciate, forse puzzolenti ma di una sporcizia accettabile e, in sostanza, condivisibile.
Nella stagione 2015-2016 si rinnova il pluriennale legame con la fondazione «A’ voce d’é creature». Il mistero di un castello che sembra animato da forze oscure porta Topolino e Pippo a indagare le stanze della roccaforte. Topolino (cui ero abbonato da qualche tempo) era passato di proprietà poche settimane prima, da Mondadori a Disney Italia. Storia in due parti che ho sicuramente letto da bambino (era neanche un anno che avevo iniziato a farmi comprare regolarmente Topolino – per i miei biografi: tutto ebbe inizio con il n. Ancora la coppia Pezzin/Cavazzano per una storia più lunga ma altrettanto demenziale. Intanto il Napoli ha deciso il futuro di Josè Callejon, lo spagnolo rinnoverà per una-due stagioni ancora. Sarebbe la normalità, ma sentirselo dire, per come ce la passiamo adesso, è confortevole. Per fargliela tornare è necessario insegnargli di nuovo a pilotare un bombardiere d’epoca e ricostruire l’incidente che gli ha causato l’amnesia: un tuffo da kamikaze per affondare una corazzata!
Poiché alcuni integratori di calcio contengono anche magnesio o vitamina D, è necessario verificare con il proprio medico per assicurarsi di assumere l’integratore corretto evitando farmaci o reazioni incrociate. Avranno tutti i loro buoni motivi, limportante è non perseverare e capire che lo spirito di appartenenza ad una organizzazione è necessario ai fini del raggiungimento di determinati obiettivi». Siamo nel periodo più sperimentale di Giorgio Cavazzano, quando fonde nelle sue tavole influenze diversissime: per disegnare i protagonisti disneyani utilizza un segno canonico mutuato dal suo maestro Romano Scarpa, ma reso più guizzante e schizzato; i comprimari umanoidi discendono dal fumetto franco-belga della scuola di Marcinelle, Uderzo e Franquin su tutti; fondali, ambienti e mezzi di trasporto sono invece quasi realistici, tridimensionali e molto particolareggiati. Questo Giorgio Cavazzano si presta moltissimo a storie molto dinamiche, con situazioni demenziali e spettacolari al tempo stesso. Alla conquista del leone d’oro contiene quasi tutti gli elementi della poetica di Giorgio Cavazzano: la metanarrazione, grande presenza dei corpi, l’ironia da quarta parete, scorci di Venezia. Lo spunto di François Corteggiani è il classico dei classici (una spedizione per trovare il fantomatico Terzo Nilo, dopo il Nilo bianco e Nilo azzurro) ma è mischiato con elementi moderni, come la civiltà egizia proto-luddista che, quando scopre la decadenza del nostri tempi, preferisce vivere nell’irrealtà che si sono costruiti attorno, o l’accento marcato sulle (allora) nuove tecnologie.
Ecco com’era il periodo della mia vita da lettore di fumetti quando usciva Zio Paperone e il Terzo Nilo: stavo in fissa con PK – di cui ho ancora imballate le agendine estive – avevo una strana ossessione per Mouse, la rivista sul mondo digitale che davano in allegato a Topolino, custodivo ogni uscita del Papersera, e ancora non sapevo che mi sarei lasciato scivolare nell’ossessione per MMMM e X-Mickey. A posteriori, però, Zio Paperone e il Terzo Nilo era la prima o la seconda storia disegnata da Cavazzano che leggevo e sui cui potevo aver cronologicamente e fisicamente messo gli occhi. Difficile dirlo a parole e a distanza di decenni, ma quella storia mi rivelò una possibilità o, forse, un sogno. Pezzin farcisce la storia di parodie di case automobilistiche e piloti dell’epoca: Perrari, McLallen, Alfa Marameo, Plotus, Alain Crost, Emerson Fitticaldi, Niki Bagnacauda. Ho letto questa storia per la prima volta su Toporecord, una ristampa di alcune storie primatiste. In pratica è la puntata Il film festival di Springfield de I Simpson, nove anni prima (con gag paurosamente simili).
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